La pandemia che ancora stiamo vivendo ha rivoluzionato il nostro modo di percepire la salute e ha innescato un processo di ripensamento dell’intera filiera dei servizi, partendo dalle basi strutturali che finora hanno sostenuto i sistemi sanitari (in particolar modo l’Italia): le risorse umane (medici e personale sanitario) e le diagnostiche precoci (test, diagnostica per immagini, monitoraggio e tracciabilità).
Peraltro, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede per i prossimi anni una serie di investimenti strutturali in moltissimi settori, in particolar modo nella sanità. Tra le numerose tematiche, riveste senz’altro un ruolo di primo piano l’applicazione intelligente dei sistemi di telemedicina, telemonitoraggio e teleassistenza.
La telemedicina e, in particolare, la telesalute, la telemedicina specialistica e il telemonitoraggio, sono in grado di offrire il miglioramento della qualità della vita delle persone, attraverso alcuni principi cardine:
• La presa in carico dal punto di vista sanitario degli utenti
• Il monitoraggio sanitario (e anche l’utilizzo di specifici algoritmi predittivi) al fine di operare in ottica di prevenzione e non di gestione a posteriori delle malattie
• La medicina di precisione, sempre più personalizzata per il singolo paziente, facendo leva sui dati del monitoraggio e su strumenti e tool software ad hoc
• Centrale Medica dotata di operatori specializzati che monitorizzano e sollecitano, ove necessario, l’attività di raccolta dati e coordinano l’analisi degli stessi.
Da ultimo ma non meno importante, è stato dimostrato che l’applicazione delle varie declinazioni della telemedicina sono in grado di far “risparmiare” importanti risorse (sia di personale che di risorse) all’intera filiera del Servizio Sanitario Nazionale.